Preghiera Mese Maggio

Introduzione: Per prepararci alla Festa di Pentecoste, percorreremo, con l’aiuto della Parola di Dio, le povertà dell’uomo, per scoprire ogni nostra povertà, e invocheremo lo Spirito perché ci ricolmi dei suoi beni. Nel cenacolo Maria, i dodici e gli altri amici di Gesù vivono lo smarrimento dell’essere soli. Si trovano nella condizione di chi non ha più nulla, di chi è povero, nella condizione ottimale per ricevere lo Spirito, che cambia completamente la loro vita, che riempie il vuoto, che sazia la povertà. Anche noi se vogliamo vivificare il dono ricevuto dobbiamo metterci in un atteggiamento di vuoto. Vincere la tentazione di onnipotenza, che è peccato contro lo Spirito e lasciarci riempire dall’Amore di Dio, dalla forza del Paraclito.
Una prima condizione che ci dispone all’accoglienza dello Spirito è quella della mancanza degli affetti. La categoria dell’orfano e della vedova. La consolazione in senso pieno è quella degli afflitti. Lo Spirito è donato per riempire il vuoto della morte.
Dal Primo libro dei Re (1Re 17,7-16)
Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non pioveva sulla regione. Il Signore parlò a lui e disse: “Alzati, và in Zarepta di Sidòne e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo”. Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiamò e le disse: “Prendimi un po’ d’acqua in un vaso perché io possa bere”. Mentre quella andava a prenderla, le gridò: “Prendimi anche un pezzo di pane”. Quella rispose: “Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ di olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo”. Elia le disse: «Non temere; su, fa’ come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra». Quella andò e fece come aveva detto Elia. Mangiarono essa, lui e il figlio di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo di Elia.
Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore per tutta la mia vita,
finché vivo canterò inni al mio Dio.
Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
creatore del cielo e della terra,
del mare e di quanto contiene.
Egli è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,Il Signore libera i prigionieri,
il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge lo straniero,
egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.
dà il pane agli affamati.
Una seconda condizione che ci dispone al dono dello Spirito è quella di peccatori. Se quando ci manca un affetto umano proviamo una grande sofferenza, tanto più la mancanza di Dio prostra la nostra umanità. Il peccato è proprio la mancanza dell’affetto più importante quello del Padre celeste, non per una sua volontà ma per una nostra scelta. Eppure senza comunione con Dio noi siamo poveri; ci mancano le cose più necessarie per la vita: speranza, carità, fiducia in Dio, in noi stessi e nell’uomo.
Dalla Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (4,23-32)
Fratelli, dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell’ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Vieni, o Santo Spirito,
e da’ a noi un cuore nuovo,
che ravvivi in noi tutti i doni da te ricevuti
con la gioia di essere cristiani,
un cuore nuovo, sempre giovane e lieto.Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore puro,
allenato ad amare Dio,
un cuore puro,
che non conosca il male
se non per definirlo,
per combatterlo e per fuggirlo;
un cuore puro,
come quello di un fanciullo,
capace di entusiasmarsi e di trepidare.Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore grande,
aperto alla tua silenziosa
e potente parola ispiratrice,
e chiuso ad ogni meschina ambizione,
un cuore grande e forte ad amare tutti,
a tutti servire, con tutti soffrire,
un cuore grande, forte,
solo beato di palpitare col cuore di Dio.
San Paolo VI
Un terzo vuoto che lo Spirito viene a riempire è quello della malattia. Lo Spirito consola, guarisce, allevia ogni dolore. Tutti noi abbiamo sperimentato la condizione di ammalati, forse non tutti abbiamo sperimentato la potenza dello Spirito che ci solleva, ci sostiene nella malattia. Forse non abbiamo nemmeno pensato di domandare questo dono per sostenere la nostra malattia
Dal Vangelo di san Luca (8,40-56)
Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un’unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Mentre tutti negavano, Pietro disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù disse: “Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”. Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l’aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!”. Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: “Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”. Ma Gesù che aveva udito rispose: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata”. Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all’infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: “Non piangete, perché non è morta, ma dorme”. Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: “Fanciulla, alzati!”. Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
Signore Dio mio, a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi, mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto e al mattino, ecco la gioia.
Nella mia prosperità ho detto: “Nulla mi farà vacillare!”.
Nella tua bontà, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato.
Ascolta, Signore, abbi misericordia, Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia,
perché io possa cantare senza posa. Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
Orazione
O Dio onnipotente ed eterno, che hai racchiuso la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni, rinnova il prodigio della Pentecoste: fa’ che i popoli dispersi si raccolgano insieme e le diverse lingue si uniscano a proclamare la gloria del tuo nome.